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​L’INCONSCIO COLLETTIVO SI ESPRIME NEI MACRAME' DI VINCENZO PORRETTA

​Come usciti dalla notte dei tempi, originali nella loro unicità, esotici, ai confini dell’esoterico nel loro simbolismo arcano, ci giungono i macramè Vincenzo Porretta. I Macramè appaiono, ad una prima lettura, un viaggio nel passato, un richiamo a popoli antichi e a culture scomparse attraverso le fantasie dei ricami: Arabi, Persiani, Elleni, Turchi. I fili annodati e fissati sul piano della tela, diventano antichi bassorilievi che sanno di geometrie etrusche, fenice, ebraiche cristiane, di tradizioni legate alla tessitura sarda. in un’irruzione dí inconscio collettivo, come se l’artista, ad un tratto, avesse consapevolezza di tutte le sue vite passate. Poi ancora gli  intrecci, i nodi evocano nuovi frammenti mnestici: rammendi di reti sulla spiaggia; ricchi scialli di donna di una volta; vecchi centrini di solitudini militari; maglie intessute, in un tempo insostenibilmente interminabile, da carcerati; frange di corredi e lini da sposa promessa, per un futuro tutto ancora da inventare; Paramenti sacri, intrisi di cera e d’incenso nei riti clericali; Tovaglie díaltare lavorate nel silenzio e nella preghiera della clausura di un chiostro: E un mondo interiore di immagini, ricordi, memorie, rimpianti, che appare, come superamento da un Karma troppo pesante, analisi del proprio passato, un viaggio entro se stessi. Momenti di vita solo abbozzati, non vissuti o rimasti irrisolti come attimi incompiuti. Filo e nodo, allora, si inseguono lungo l’ordito, come destino, fato, casualità in grovigli sempre pi˘ elaborati seguendo la complessità di un  vissuto  interiore che si svolge in un labirinto arabescato. Il ricamo rivisitato, ripercorso, ricongiunto nodo per nodo, rivissuto passaggio e pensiero che ricostituisce il passato nel tentativo di trovarci un senso. E ancora il ricamo Ë Donna. Allora i Macramè di Vincenzo Porretta rappresentano il tentativo di superamento dell’incomunicabilità tra universo femminile,complesso contorto, umbratile, interno come questi ricami, e quello maschile, esterno, lineare, semplificato, rigidamente simmetrico espresso dalla pulizia delle linee geometriche. L'Artista, attraverso i contrasti tra figura e sfondo, finalmente lascia che il maschile e femminile si fondano, armonizzano insieme senza pi˘ urtarsi. Il limite dato dallo spazio-tela diventa quel contesto relazionale e temporale di questo rapporto apparentemente impossibile. La diversità dei due mondi si compenetra creando effetti di equilibrio raggiunti nei silenziosi accostamenti sullo sfondo asettico. Ma l' atmosfera è così sospesa, così sacrale e ispirata al raccoglimento che l’ordito cela ancora altro. Il mistero della Vita e della Morte. Ad ogni tela, la ricerca di una risposta si rinnova ossessivamente, drammaticamente proprio attraverso quei labirinti di corde sospese, come sospesa Ë ogni certezza. Le Parche taglieranno alla fine il Filo, ma nel momento pi˘ imprevisto, inatteso. Allora quel bagno di cera sul tessuto, tecnica povera ed antica, usata per preservarne la durata, acquista di nuovo altri significati e nuove sfumature per  l'Artista Vincenzo Porretta:il desiderio di fermare il tempo, controllare la morte, rivivere incessantemente, ai fini di trovarne il senso, quegli avvenimenti che irrazionali e imprevisti si abbattono nella vita di ciascuno, lasciando incompiuto un disegno da poco abbozzato. L'epopea di un eroe antico, da tragedia greca rivive la saggezza dei tempi andati attraverso dei simboli iniziatici. I quadri raggiungono così quel raro lirismo sacro degli antichi fregi dei vasi di Samo.

MARIA ANTONIETTA REA
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